sabato 20 marzo 2010

Ti chiamano per un colloquio per uno stage.
Che non è il massimo della vita ma è la prima proposta decente che ti fanno.
E tu cerchi di esserne contenta.
Cerchi di pensare alle cose positive perchè hai un curriculum che è peggio del deserto del sahara e anche se riuscissi ad ottenere questo schifo di stage sarebbe qualcosa.
E cerchi di mettere a tacere in tutti i modi la vocetta che ti dice che tu, quello stage, non lo vuoi perchè è un altro il lavoro che vorresti fare (la stessa vocetta che ti dice che è inutile che vai a fare esami perchè tanto non sei preparata).
E per metterla a tacere lo dici pure ai tuoi perchè sai che loro saranno contenti, e si metteranno a controllare dove sta la via e ti prenderanno in giro dicendoti che devi vestirti bene.
E ci provi a vedere quei lati positivi.
A non sentirti una merda perchè tutto quello che riesci ad ottenere è un colloquio per uno stage (nemmeno uno stage) senza rimborso e per un lavoro che non ti entusiasma.
Poi arriva qualcosa che ti fa sentire una merda e che ti ricorda che fallimento sei.
E la vocetta si mette ad urlare e l'ansia sale e nella tua testa parte il ritornello "non ci vuoi andare. anche se ci vai non ti prendono. sei una nullità" e tu perdi tutta l'apparenza di calma che avevi cercato di mantenere.
E quando tua mamma si accorge che qualcosa non va perchè non la guardi e ti chiede "che succede" tu non ce la fai più e scoppi a piangere dicendo "niente".
E ti ritrovi con tua mamma triste e tuo papà che non capisce e tutti e due pensano che stai così perchè non vuoi pesare ancora una volta e sempre di più sulle loro spalle quando a loro non importa.
E tu cerchi di smettere di piangere perchè è vero che non vuoi più pesare su di loro ma non c'è solo questo, c'è un altro mondo dietro quel pianto.
E adesso cerchi di sorridere.
E cerchi di non pensare all'ansia, di non pensare proprio fino a lunedì e poi si vede che succede.
Perchè, si sa, il mondo è bello...

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