martedì 4 marzo 2008

Invece di studiare e fare una pausa ogni tanto leggendo un libro,leggo libri e faccio una"pausa"studiando 3 pagine: c'è qualcosa che non quadra...

Ed eccoci qui per il terzo libro della settimana (considerando che stiamo a martedì...però il primo l'ho letto in 4/5 giorni, quindi non vale)... Ho letto un libricino della Feltrinelli scritto da un Anonimo letterato americano che si intitola "Confessioni di un maturo consumatore di ecstasy". Non mi è piaciuto. Se fosse stato più lungo della cinquantina di pagine in cui si sviluppa probabilmente non l'avrei finito. Non fosse altro perchè, in questo momento, mi sento una bacchettona.

La prima cosa che mi ha fatta riflettere (ma che non dipende dall'autore) è che all'inizio del libro c'è una nota dell'Editore che specifica che il testo va pubblicato perchè è una testimonianza fuori dal comune, intensa etc ma che non per questo ne condivide le conclusioni (ossia "viva l'ecstasy, la chimica aiuta). Inoltre, come appendice, ci sono due "articoli" sui pericoli dell'ecstasy... in realtà, più che sui pericoli, sulle conseguenze. Perchè, da quello che ho capito, il fatto che l'ecstasy sia pericolosa non è dimostrato.
Io sono contraria alla censura. E non capisco, sinceramente, perchè si ha la necessità di giustificare il fatto di non censurare. Non ci arrivo. O meglio, capisco che sia per evitare polemiche e tutto il resto, ma non so se siano motivazioni sufficienti... perchè qui si parla di ecstasy in modo positivo bisogna giustificarsi...ma ci sono cose peggiori che vengono pubblicate, più sconvolgenti e nessuno (giustamente) si giustifica.

A parte questo, il libro non mi è piaciuto (l'ho già detto). Non la vedo tutta questa positività dell'ecstasy, non la capisco. Non capisco perchè questo tizio compra ecstasy dal figlio diciassettenne invece di cercare di capire perchè suo figlio ha i problemi che ha (che non si limitano alla droga). Non capisco come faccia a dire: adesso mio figlio ha 19 anni, non si fa più di ecstasy ma ai rave prende un po' quello che capita e, cavolo, scrive poesie come mai prima!
Ed è fantastica l'ecstasy perchè quando la prendi sei veramente te stesso: a me spaventa un po' l'idea che per essere me stessa io debba prendere qualcosa.

Poi magari sarò esagerata io e tutto quello che volete.... ma a certe cose proprio non ci arrivo...

4 commenti:

LaLu ha detto...

Non credo proprio che per essere se stessi bisogna prendere qualcosa...o meglio il coraggio quello si! ma nulla come stupefacenti e simili...assolutamente no, anzi quando si prendono certe sostanze secondo me è proprio il contrario non si è quello che si è davvero ma si diventa qualcos' altro anche peggio forse di quello che si è veramente...ciao Martj

Rin_ ha detto...

anch'io totalmente contrario,e non solo perchè ci sono dei rischi nell'assumere queste sostanze. sarà che io son quello che per anni m'han dato dell'ubriaco senza che io avessi bevuto un goccio.

SerialLicker ha detto...

ho una cultura di ecstasy data dalla lettura di Irvine Welsh, Alan Warner e quant'altri, che hanno dipinto la generazione dei rave con crudo disincanto. E non credo che, alla fine del libro, qualcuno volesse diventare come loro.

quanto al prendere cose e scrivere poesie, il tema è controverso: Baudelaire, Jim Morrison, Bukowski (anche se era soprattutto alcol), i Beatles...

martj ha detto...

io non posso discutere sul fatto che prendendo qualcosa o bevendo si diventi più creativi...però mi chiedo se ne valga la pena e, soprattutto, se potrei sentirmi soddisfatta di quello che scrivo sapendo che per scriverlo sono dovuta ricorrere ad aiuti "esterni".