mercoledì 21 gennaio 2009

che poi, parliamoci chiaro: "lo faccio per te" è una grande cavolata. "non voglio prenderti in giro" va bene. "non ti amo più" è ok. "mi hai rotto...

...le palle" ci può stare. Ma "lo faccio per te" no! E chi sei? Madre Teresa di Calcutta? Hai fatto una scelta, per altro del tutto legittima? E allora prenditi la responsabilità di quello che fai e non scaricare le tue decisioni sugli altri.


La cosa buona di tutta questa storia è che mi sono resa conto che posso amare come una persona “normale” (ovviamente, in questo momento, l’unica cosa che sento realmente è che lui era l’uomo della mia vita, con cui volevo costruire un futuro e che, visto che lui ha deciso che io non sono la donna della sua, di vita, tutto finisce qui…). E per persona “normale” intendo una che non si fa prendere da un attacco d’ansia anche se deve andare a comprare il latte (e se pensate che sia un’esagerazione… beh, perché togliervi l’illusione?)
Quando l’ho conosciuto, ho davvero vissuto momenti di panico. Quando mi sono resa conto che lui poteva, forse, essere interessato a me, sono uscita letteralmente fuori di testa. Ho passato 3/4 giorni a tentare di autoconvincermi che la cosa migliore era tentare di troncare tutto sul nascere, che non era possibile che fosse interessato a me, che mi stavo illudendo (il che era un’evidente contraddizione: se non era interessato lui che c’era da troncare?) che a me non piaceva, che a me piaceva il “filosofo”…. La notte me ne andavo sul balcone con le cuffie nelle orecchie ad ascoltare e riascoltare lo stesso cd con canzoni che, tra l’altro, avevo pensato per lui ma che mi davano un po’ di tranquillità (“e non so perché quello che ti voglio dire poi lo scrivo dentro a una canzone, non so neanche se l’ascolterai o resterà soltanto un’altra fragile illusione… se le parole fossero una musica potrei suonare ancora ore e ore e ore e dirti tutto di me…”).
E poi è successo tutto così…naturalmente…e ho fatto cose che sembrano piccolissime ma che, per una come me, sono assurde….
Io che esco da casa solo se strettamente necessario e che soffro di mal d’auto mi sono ritrovata a prendere un pullman due volte a settimana (andata e ritorno) per stare con lui si e no 24 ore… io, che piuttosto che conoscere gente nuova mi incateno al letto, mi sono ritrovata a tentare di interagire con persone mai viste prima solo perché erano amici suoi e ho abbandonato i jeans per accompagnarlo a un matrimonio (sorvolerei sui risultati, troppi anni di asocialità). E non lo dico nel senso “povera me che sacrifici che ho fatto”, anzi…! erano cose che volevo fare, che era giusto facessi … e ci sono riuscita. Magari non sempre benissimo ma, alla resa dei conti, quella che voleva continuare a lottare, quella che voleva tentare di risolvere i problemi, ero io.
E, cavolo, di errori ne ho fatti a milioni (tra le altre cose ho ancora problemi con il telefono) ma chi non ne fa?
Per una volta, nella mia vita, non sono scappata. Probabilmente per la prima volta. IO NON SONO SCAPPATA.
E una delle cose che odio di più, di questo momento, è che mi viene da pensare “forse era meglio se avessi fatto la solita e mi fossi tirata indietro”. Non mi piace pensarlo. Dopo 12 anni di fughe e scuse sono finalmente riuscita a essere la vera me stessa, ero riuscita a mostrarmi per quella che sono (paranoie comprese, assolutamente) e ora rischio di buttare via tutto. Di buttare via quel minimo di considerazione di me stessa che avevo raggiunto… ed è stupido. Perché questa è una cosa mia. Che ho raggiunto io. Che ho voluto raggiungere io. Per lui, ma prima di tutto per me.
Non lo so....sono confusa....(mi sa che si era notato...)

P.S. oggi, con il mio futuro marito, sono venuti anche il padre e lo zio. Io, lo zio, non me lo ricordavo così inquietante. Nel caso dovessi sparire sappiate che sono stata presa a mattonellate in testa dal muratore... -_-

3 commenti:

LaLu ha detto...

Non dovevi tirarti indietro...hai fatto bene a comportarti come hai fatto, sei riuscita ad essere come veramente sei.. l' hai detto tu ed è una cosa molto importante...! In più qualcosa di bello questa storia te l' avrà pur lasciata...ora so che magari fatichi a vederlo... non crucciarti e continua ad essere come davvero sei... un abbraccio

Anonimo ha detto...

Io che esco da casa solo se strettamente necessario e che soffro di mal d’auto mi sono ritrovata a prendere un pullman due volte a settimana (andata e ritorno) per stare con lui si e no 24 ore…

Okay.
Io sono esattamente nelle tue stesse condizioni.
Soffro il mal d'auto e odio viaggiare, al punto tale che, studiando a Pavia e avendo famiglia e amici a Torino, mi rifiuto di tornare a casa nel week-end perché anche un viaggio simile, per me, è una tortura.
Quindi: io sono esattamente nelle tue stesse condizioni.
Quindi ti capisco perfettamente.
E, sì, confermo, questo vuol dire MOLTO.



(E non buttarlo via, per carità! Tientelo stretto, ché io il mio mal d'auto lo vivo proprio come un piccolo handicap... :P)

SerialLicker ha detto...

qualcosa te l'ha lasciata sì questa storia...
conosci un'altra Martj adesso, una che non scappa. Una che da qualche parte c'era già, solo si sentiva un po' timida (come i miei addominali, per dire)
Mica poco